Sonniloquio pernicioso

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zafferano
Pubblicato il: 06.09.2018 17:45
Aggiornato il: 06.09.2018 17:59
Categoria: Varia
Valutazione:

Breve sintesi:
Il testo è già breve.

Testo

Fu mia nonna a raccontarmi di come il bisnonno scappò da casa.

Il poverino era affetto da sonniloquio e iniziò a presentarne i sintomi la prima notte di matrimonio. Inizialmente il disturbo consisteva in parole dette alla rinfusa, poi in brevi dialoghi con i personaggi dei suoi sogni. Solo con il tempo divenne un vero e proprio problema. La bisava, infatti, profittando della dabbenaggine del marito, iniziò ad attenderlo sveglia e appena lui, ogni notte alle quattro in punto, apriva bocca, lei lo sommergeva di domande alle quali l’interpellato non poteva fare a meno di rispondere. Il bisavo, dal canto suo, sotto ipnosi, non avrebbe potuto appagare quello stillicidio di quesiti in maniera più proba nemmeno sotto il segno della croce. Era formidabile, inoltre, come la qualità della confessione aumentava proporzionalmente al numero di bicchierini che si scolava a cena. La bisnonna apprese, ad esempio, che la cazzoeula tanto amata dal marito durante il giorno, veniva la notte schifata e che le lodi sulla corporeità della moglie erano al calar del sole motivo di lamentele e derisione. Non mi soffermo sulle intimidazioni che lo sciagurato riceveva la mattina. Dirò soltanto che alcune imprecazioni divennero di uso comune al fine di terrorizzare i bambini del paese, ma furono di seguito vietate, poiché cagione di lunghe sedute di psicoanalisi per i più monelli. 

Nonostante il macigno che portava sulle spalle, ovvero la consapevolezza che a differenza dei suoi simili non avrebbe mai potuto mentire alla consorte, un giorno la tradì. Una sera, quando il sospetto che inquietava la brava donna iniziò a lacerarla dentro, il presunto fedifrago si trovò per cena una minestra salata e vino a sazietà. Da quella notte, alle quattro e zero tre minuti, nessuno vide più quello iellato.

 

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