-Ci pensi mai alla morte?-

Una ragazza sui diciassette, i capelli mori sparsi tra gli umidi fili d'erba, le gambe distese. Porta dei semplici jeans larghi in cui è infilato un pullover di lana qualche taglia più grande e dello stesso colore del cielo sotto cui è sdraiata.

Pochi centimetri da lei c'è un ragazzo, la schiena che aderisce al suolo freddo, una gamba piegata e le mani giunte dietro la nuca. Indossa dei pantaloni beige tappezzati di tasche e una maglia lilà con il segno dell’om stampato sopra, sul mento ha un accenno di barba e gli occhi scuri sono contornati da lunghe ciglia nere.

Le labbra della ragazza si muovono per pronuncaire le seguenti parole:

-Ci hai mai pensato?- continua.

-Non deve essere poi così brutto morire, non per chi muore, almeno. Forse è un sollievo. Siamo tutti così abituati a pensare alla morte come fosse una cosa orribile, un tabù.-

Una risata lontana eccheggia nel sole.

-Ma secondo me è meravigliosa.-

Si sente in sottofondo il cinguettio di uccellini. Sono loro, il ragazzo, la ragazza, e una distesa infinita di verde.

Non si guardano, ma si sanno.

La mente viaggia nel silenzio del vento d'autunno.

S.Ink